In tempi di lockdown e di emergenza covid-19 col conseguente fermo di tutte le attività considerate “non essenziali” (secondo criteri statali, non per chi suda uno stipendio) molte famiglie stanno facendo ricorso ai buoni spesa del comune per poter soddisfare le più elementari esigenze vitali, come quella di poter mettere il piatto a tavola. Senza giraci attorno, i buoni spesa restano una risorsa che i comuni hanno messo a disposizione di chi si trova in condizioni disperate.
Per chi, come noi, sta cercando di dare una mano a famiglie in difficoltà e si scontra spesso con la reticenza di persone, che con gran dignità, in un primo momento rifiutano l’aiuto, è certamente vergognoso dover assistere, in altri contesti, a scene come quelle che si stanno verificando in diverse città d’Italia: accade a Napoli ma anche a Prato (https://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2020/04/17/news/file-separate-nei-supermercati-per-chi-ritira-il-buono-spesa-1.38728788) , e a Trapani (https://www.tp24.it/2020/04/19/economia/trapani-lumiliazione-deve-fare-fila-supermercato-buono-spesa/148270) …..
… ma veniamo al dunque.
A Napoli, ad esempio, le persone in fila fuori i supermercati in attesa, sono una norma per chi quotidianamente va a fare la spesa, ma difficilmente potevamo immaginare una sorta di segregazione “per censo” con l’imposizione di due file separate : quella di chi dispone dei buoni spesa (ovvero i poveri, in fila “per il pane”, come nelle “parrocchie” inglesi del 1814) e quelle dei “normali” in una fila a parte.
Al danno provocato da una gestione quanto meno vergognosa dell’emergenza sanitaria, fra ospedali saturi, anziani malati e contagiati spostati come rifiuti speciali dagli ospedali alle case di riposo, si aggiunge la beffa della discriminazione plastica della fila separata : tutti possono vedere in faccia i poveri che sembrano elemosinare una spesa alimentare.
Scene del genere oltre ad essere umilianti, ci riportano con forza a rivendicare una sola cosa che può ridare forza, dignità e speranza a chi si trova in difficoltà, oggi come ieri e come domani: un reddito di esistenza, universale, senza tessere annonarie o file per il razionamento (reddito ormai invocato come necessario persino da persone insospettabili , non ultimo Zingaretti, segretario del pd , che proprio oggi dalle colonne dei giornali lo evocava come necessario… ( https://ilmanifesto.it/zingaretti-si-convince-serve-un-reddito-universale/ ) sicché renda un retaggio di altri tempi queste scene indegne di un paese che si reputa “civile”.