IMMAGINIAMO E PROGETTIAMO
“Nella situazione attuale è fondamentale resistere, ma resistere non basta. Occorre osare l’offensiva, agire su un terreno programmatico per dare consistenza e possibilità di affermazione al nostro mondo che verrà. Occorre liberare l’immaginazione e il desiderio, tornare a pensare in grande e individuare pratiche politiche all’altezza del tempo presente. Noi ci stiamo provando, ma da soli possiamo ben poco. Tutte e tutti insieme possiamo farcela.”
Con questo appello lanciato da Il Manifesto si è dato il via ad un insolito confronto tra realtà di movimento, gruppi, associazioni, singole persone.
Grazie a una delle piattaforme online con cui è possibile collegarsi e partecipare (non solo passivamente, ma intervenendo nel dibattito, oltre mille persone hanno partecipato giovedì 9 aprile all’assemblea.
Vari gli interventi, con una soglia di attenzione inusuale per un’assemblea online a riprova di un grande desiderio di partecipazione, di rottura dell’isolamento e di ricerca collettiva.
Gli interventi hanno aperto argomenti di discussione e approfondimento e cominciato a prefigurare possibili azioni da costruire. Ovviamente si è in una fase iniziale di sperimentazione di un confronto così a distanza, ma è stato interessante avere una panoramica su quanto si muove in tutta Italia e sentire che non c’è nessuna voglia di soccombere, anzi che bisogna cogliere le opportunità di cambiamenti radicali.
Sotto i riflettori la crisi di alcuni capisaldi del neoliberalismo, il riconoscimento della salute come bene comune, come entrare nella famosa ‘fase 2’, come affrontare la fine dell’emergenza e uscire delle restrizioni poste alla vita delle persone. Si è richiamato il discorso sulla necessità di un nuovo welfare, di mettere in primo piano le questioni ambientali, il cambiamento climatico e l’attuale modello “modello di sviluppo”.
Come sarà il capitalismo dopo la crisi, sulla traccia dei dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro (che stima a livello globale circa duecento milioni di nuovi disoccupati per via della pandemia) e della criminale perseveranza della Confindustria, per cui tutto può essere sacrificato sull’altare del profitto.
Ci si interroga sulle tendenze all’autoritarismo e al controllo sociale (in particolare attraverso l’estrazione di dati e il tracciamento), sulla politica della paura e della diffidenza nel tempo del distanziamento sociale, favorita dalla retorica dominante della “guerra” e della responsabilità delle singole persone. Si è convenuto che queste tendenze chiamano alla lotta e alla mobilitazione e che bisogna pensare collettivamente a come uscire dal blocco e dall’impotenza.
Sono state ricordate le lotte che, pur in un momento così difficile, si sono sviluppate in queste settimane. Lotte operaie e lotte dei detenuti, lotte delle donne sul terreno della riproduzione sociale e lotte dei migranti nei centri di detenzione, reti mutualistiche e mobilitazioni delle sex workers: altre se ne potrebbero aggiungere.
È a partire da questo dissenso, diffuso e quanto mai consapevole, sono cominciati ad emergere punti strategici di programma per il NOSTRO mondo che verrà. Partendo da queslle che si sono emerse come convergenze programmatiche ampie, da più parti è stata espressa la necessità e volontà di partire proprio dai punti di convergenza prefigurando e augurandosi azioni politiche capaci di rompere ogni steccato identitario.
È stato riconosciuto il valore fondamentale di un’azione capace di intervenire sul terreno della spesa pubblica e del welfare, spingendo verso la sua universalizzazione, a partire dal reddito (incondizionato).
Le istituzioni della cura e la riproduzione sociale sono poi emerse come ormai definitivamente cruciali, sulla spinta del movimento transfemminista.
E’ emersa la centralità delle lotte attorno ai confini e alla migrazione, in mare e per terra.
Si è affermato la necessità di spazi comuni, di sfere pubbliche slegate dalle Istituzioni, ma con la forza di pretendere la loro subordinazione al bene comune e collettivo.
La proposta è stata quella di creare laboratori e cantieri, lavorando alla costruzione di un’assemblea europea, preparandosi all’autunno convergendo l’attenzione al sostegno alle campagne già in corso, magari con un’articolazione territoriale.
Forse il limite principale che è emerso è stato quello di rimanere imbrigliati nel mare di parole, per carità tutte condivisibili e necessarie, e di aver dato poco spazio a realtà di lotta collettive, ai movimenti sociali dal basso, gli stessi che a dire di tutte/i possono innescare il cambiamento.
Qualche proposta tuttavia è stata avanzata come quella di attivarsi, nelle forme in cui questo è possibile nella settimana che va dal 25 Aprile al 1 Maggio, date simboliche per affermare la necessità una società più equa, sostenibile e giusta, che per ora potrebbero essere primi piccoli segnali verso il mondo che verrà
A seguire le ultime incisive parole dell’ultimo intervento programmato:
“Immaginare uno spazio di convergenza trasversale…
Grandezza di una discussione che ha coivolto migliaia di persone, è possibile rompere la frammentazione?
Chiediamocelo e chiediamocelo anche a livello europeo, ma chiediamocelo anche in italia, massima apertura a tutte le idee e le soggettività, ma ricostruire convergenze capaci di far male, di radicalizzare quell’apertura necessaria del capitale alla spesa pubblica, sarà infatti un’apertura necessaria quella del capitale. Come radicalizzarla?
Costruire dei spazi di convergenza veri, potenti. Un saluto sentito a chi non c’è più e a chi ha partecipato.
La pagina facebook sarà occasione per provar a costruire la convergenza.
Benissimo essere attenti alla radicalità programmatica, alla differenza organizzativa ma bene anche l’efficacia, grandezza del metodo ma bene anche l’efficacia.
La questione del welfare della ricchezza e non può andare disgiunta dalla democrazia e dal potere.“
Riportiamo poi il link della pagina dell’evento, anche per tenersi aggiornati sui prossimi appuntamenti
E l’appello sul Manifesto online:
https://ilmanifesto.it/tempo-di-camminare-sulla-testa-dei-re/
E infine ecco il video in versione integrale dell’assemblea telematica